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Il Decadentismo

Il termine "Decadentismo" nasce in Francia negli anni Ottanta dell'Ottocento per descrivere un gruppo di artisti anticonformisti che rifiutano il Positivismo e le abitudini borghesi e non condividono l'ottimismo della Belle Époque. Inquieti per i cambiamenti della Seconda Rivoluzione Industriale e la mercificazione della società, questi artisti rivendicano il ruolo "sacrale" del poeta e cercano esperienze irrazionali e soggettive. Alcuni degli autori che appartengono a questa corrente letteraria credono che dietro la realtà apparente si celi un'essenza misteriosa visibile solo al poeta. I temi ricorrenti del Decadentismo sono la morte, la malattia, la soggettività e il subconscio. Eroi tipici della letteratura decadente sono il poeta maledetto, l'inetto a vivere e l'esteta.

Il Decadentismo, in contrasto con il Verismo, enfatizza la soggettività dell'artista (per esempio, rifiuta il canone dell'impersonalità), gli aspetti irrazionali e suggestivi dell'arte, e la musicalità del verso. Sul piano letterario, si manifesta come estetismo, con una ricerca esasperata di uno stile elegante e una fuga in un mondo di bellezza raffinata. I decadenti sviluppano un nuovo linguaggio poetico basato sulla parola pura e simbolica, utilizzando frequentemente metafore, analogie e sinestesie. Tra i principali autori, che a vario titolo possono essere considerati decadenti, vi sono Giovanni Pascoli, Gabriele D'Annunzio, Luigi Pirandello e Italo Svevo.