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1. Il Trecento
1.1. Contesto storico
Durante il Trecento la crescita economica e culturale si ferma in tutta Europa. L'economia e l'agricoltura entrano in crisi. I terreni producono poco anche perché il clima si fa più rigido. I cattivi raccolti e le carestie indeboliscono la popolazione.
Un terribile epidemia, portata dall'Oriente, semina il panico in Europa. Si tratta della celebre peste, che tra il 1347 e il 1350, uccide milioni di persone. Questo genera un effetto a cascata: meno persone significa meno contadini quindi la produzione agricola diminuisce ancora di più. Al termine di questa situazione disastrosa, la popolazione europea crollò da 80 a 50 milioni di abitanti.
A causa della crisi economica e agricola, nelle città e nelle campagne scoppiano tante rivolte come per esempio quella dei Ciompi, lavoratori della lana, privi di tutti i diritti politici, che per un breve periodo riescono a givernare la città.
Anche il papa e l'imperatore devono affrontare molti problemi. Papa Bonifacio VIII vuole ottenere la supremazia sugli altri sovrani. Per contrastarlo, il re francese Filippo il Bello nel 1309 compie un'azione senza precedenti: fa arrestare il papa, ne sceglie un altro (francese) e sposta la sede papale da Roma ad Avignone, in Francia (periodo che prende il nome di "cattività avignonese").
In Italia, al Nord, la situazione dei Comuni cambia: approfittando dei contrasti tra i vari potenti, alcune famiglie si impongono sulle altre prendendo di fatto il potere: nasce la Signoria. A Milano si impongono i Visconti, a Mantova i Gonzaga a Ferrara gli Estensi. A Firenze l'istituzione comunale resiste più a lungo (solo successivamente si imporranno i Medici) ma la città è dilaniata dalla lotta tra guelfi bianchi e neri.
L'Italia del Sud invece è governata da Paesi stranieri: nel Regno di Napoli ci sono i Francesi, nel Regno di Sicilia ci sono gli Spagnoli.
1.2. Il contesto culturale
Anche se in questo periodo le condizioni economiche e politiche sono difficili, In Italia la cultura, l'arte e la letteratura vivono un momento magico. Firenze, Milano e Napoli nel Trecento diventano centri culturali importanti; gli artisti si trasferiscono nelle corti di queste città. Dante, Petrarca e Boccaccio, che vivono in questo secolo, sono i padri (cioè fondatori) della lingua e della letteratura italiana.
Se nel precedente periodo possiamo parlare di diversi volgari, nel Trecento, il volgare fiorentino si impone sugli altri diventando la lingua della letteratura italiana. Ciò avviene perché Firenze è un centro commerciale e culturale importante e perché le tre opere più importanti di questo periodo (la Divina Commedia di Dante, il Canzoniere di Petrarca e il Decameron di Boccaccio) sono scritte volgare fiorentino e diventano un modello per tutti gli autori.
1.2.2. Gli autori
Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1256. È uno dei fondatori del Dolce Stil Novo. A nove anni incontra Beatrice, che diventa la sua fonte di ispirazione. Dante partecipa alla vita politica di Firenze e nel 1300 diventa priore, cioè la persona più importante del Comune. Quando i suoi avversari prendono il potere, Dante viene esiliato; in questo periodo scrive la sua opera più importante, la Divina Commedia.
La Divina Commedia è un poema, cioè un'opera scritta in versi. È un'allegoria, cioè usa persone e figure simboliche per dare messaggi profondi ai lettori. È divisa in 100 parti che si chiamano canti. La commedia si svolge durante la settimana di Pasqua del 1300: Dante si trova in un bosco spaventoso (una selva oscura) e inizia un viaggio nell'Inferno, nel Purgatorio e infine nel Paradiso. Durante il viaggio Dante incontra personaggi della storia, del mito, della Bibbia e racconta le loro storie.
Francesco Petrarca nasce ad Arezzo nel 1304. Si trasferisce ad Avignone perché suo padre lavora al servizio del papa e li conosce Laura. Si innamora di lei e le dedica le sue opere. Le sue poesie sono molto apprezzate dai contemporanei e per questo nel 1341 Petrarca viene incoronato poeta in Campidoglio.
A Firenze conosce Boccaccio e diventa suo grande amico. La sua opera più importante in volgare è il Canzoniere, composta da più di 300 poesie dedicate a Laura e alla ricerca di una spiritualità per avvicinare la sua anima a Dio. Petrarca usa un linguaggio molto raffinato e aristocratico. La sua opera diventa un modello per tutti gli autori successivi.
Giovanni Boccaccio nasce nel 1313 a Certaldo, vicino Firenze. Nel 1348 anche Firenze è colpita dalla peste. L'epidemia di peste gli dà l'idea per scrivere la sua opera più famosa, il Decameron.
I Decameron è una raccolta di 100 novelle in volgare fiorentino e racconta la storia di un gruppo di giovani che durante la peste si rifugiano in una villa fuori Firenze. Per passare il tempo raccontano ogni giorno dieci novelle, ogni giorno su un argomento diverso (amori infelici, scherzi...). Il Decameron è importante perché descrive la società del Trecento (le abitudini, le idee, i comportamenti).
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