Nel corso del Cinquecento, con l’espansione marittima europea e la colonizzazione delle Americhe, prese avvio uno dei capitoli più oscuri della storia: la tratta degli schiavi. Gli esploratori e mercanti europei, principalmente portoghesi, spagnoli e successivamente olandesi, inglesi e francesi, iniziarono a sfruttare il commercio di esseri umani dall’Africa per soddisfare la crescente domanda di forza lavoro nei territori coloniali.
In verità il traffico degli schiavi neri provenienti dall'Africa sub-sahariana era comimciato già nell'antichità. Tuttavia fu solo dopo le grandi scoperte geografiche del XV-XVI sec. che l'Africa divenne un vero e proprio "serbatoio" di schiavi diretti verso le colonie europee del Nuovo Mondo, da sfruttare nelle miniere di oro e argento, e nelle piantagioni di cotone, tabacco, canna da zucchero e caffè. In questo gli africani vennero ben presto preferiti ai popoli indigeni del continente americano (i cosiddetti Amerindi o Indios, come li definivano gli Spagnoli) considerati poco adatti al lavoro a causa della debolezza fisica.
Inglesi e Olandesi trasformarono questa pratica in un commercio altamente redditizio, noto come "commercio triangolare" perché coinvolgeva tre continenti: Europa, Africa e America.
Nel primo tratto (dall'Europa all'Africa), i mercanti europei scambiavano beni come oggetti in cuoio, vetro, alcolici, fucili, polvere da sparo e tessuti appositamente fabbricati per il mercato africano in cambio di uomini, donne e bambini da ridurre in schiavitù.
Nel secondo tratto (dall'Africa all'America), gli schiavi venivano caricati a bordo di navi sovraffollate e trasportati nelle Antille, in Brasile e nelle colonie inglesi del Sud America. Una volta giunti a destinazione, erano venduti in cambio di denaro, alimentando un'economia basata sul lavoro forzato.
Il terzo tratto (dall'America all'Europa) vedeva le navi ritornare con le stive cariche di prodotti coloniali come zucchero, tabacco e cotone, destinati ai mercati europei.
Questo sistema economico e sociale, alimentato dall’avidità e dall’espansione coloniale, ebbe conseguenze devastanti sia per le comunità africane, spopolate e destabilizzate, sia per i milioni di schiavi e i loro discendenti. La tratta degli schiavi, durata fino al XIX secolo, lasciò un’eredità di ingiustizia, razzismo e disuguaglianze che ancora oggi segnano profondamente la società globale. Si calcola che in tre secoli e mezzo furono deportati tra i 10 e gli 11 milioni di Africani
Riflettere su questo tragico capitolo della storia è essenziale per comprendere le dinamiche di potere, sfruttamento e resistenza che hanno plasmato il mondo moderno
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