1. La situzione poco prima della guerra
1.1. La politica espansionistica tedesca
Gli anni che precedettero lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale furono caratterizzati da una politica aggressiva della Germania e dal rifiuto di accettare e seguire le regole e i principi stabiliti dai vincitori del primo conflitto mondiale.
Hitler intendeva recuperare tutti i territori persi dopo la Prima Guerra Mondiale in cui si trovavano comunità di lingua tedesca che, a causa del trattato di Versailles, si erano trovate a vivere negli altri Paesi europei. L'obiettivo di Hitler era la conquista del cosiddetto "spazio vitale", ovvero dei territori a est della Germania in cui far trasferire una parte della popolazione tedesca, che era in continua crescita.
Per questo motivo, Hitler prima strinse un'alleanza con l'Italia (chiamata Asse Roma-Berlino) e poi, approfittando delle incertezze di Gran Bretagna e Francia, procedette all'annessione dell'Austria nel marzo del 1938. Poco dopo, pretese che alla Germania fossero annessi anche i Sudeti, una regione della Cecoslovacchia (oggi parte della Repubblica Ceca) a maggioranza tedesca. Per dirimere la questione, fu convocata a Monaco una conferenza a cui parteciparono Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia. In questa conferenza i legittimi interessi della Cecoslovacchia furono sacrificati e Hitler ottenne i Sudeti in cambio della rinuncia a ulteriori annessioni.
Francia e Gran Bretagna accettarono le richieste di Hitler non solo perché speravano di evitare un conflitto, ma anche perché ritenevano che la Germania fosse un argine contro il comunismo sovietico.
Hitler però violò gli accordi di Monaco e il 15 marzo 1939 occupò la Boemia e Moravia.
Nel frattempo Mussolini, deciso a compensare lo strapotere tedesco, nel 1939, invase l'Albania.
1.2. Il patto di non aggressione tra Germania e Unione Sovietica
Nel frattempo, Hitler insisteva affinché la Polonia cedesse il "corridoio di Danzica" alla Germania, ma Francia e Inghilterra si opposero ferocemente. Per garantirsi condizioni più vantaggiose in un eventuale guerra Hitler sorprese tutti firmando un patto di non aggressione con l'Unione Sovietica il 23 agosto 1939, garantendo così la non belligeranza sui confini orientali in caso di conflitto con Francia e Inghilterra, mentre Stalin proteggeva l'URSS da un potenziale attacco tedesco. Una clausola segreta dell'accordo prevedeva la spartizione della Polonia tra Germania e Unione Sovietica. Questo segnò l'inizio della Seconda Guerra Mondiale.
2. Le fasi iniziali del conflitto
2.1. Lo scoppio del conflitto
La scintilla che fece precipitare la situazione e diede inizio alla guerrà scoppiò il 1° settembre 1939, quando i tedeschi invasero la Polonia occidentale, seguiti pochi giorni dopo dall'avanzata dell'Armata Rossa da est. Entro un mese, la Polonia, grazie alla strategia della cosiddetta "blitzkrieg" o "guerra lampo", venne completamente occupata.
Questa invasione scatenò la reazione di Francia e Gran Bretagna, che dichiararono guerra alla Germania, mentre l'Italia di Mussolini, consapevole della limitata capacità dell'esercito italiano, rimase neutrale.
L'URSS, in accordo con il patto Molotov-Ribbentrop, oltre a prendere il controllo della parte orientale della Polonia, occupò anche l'Estonia, la Lituania, la Lettonia e una parte della Finlandia,.
Dopo l'occupazione della Polonia, Hitler offrì la pace a Francia e Gran Bretagna, ma queste, pur senza intraprendere azioni militari contro la Germania, rifiutarono.
2.2. L'invasione della Francia
Durante l'inverno 39-40, le truppe francesi, protette dietro la linea di difesa chiamata "Maginot", lungo il confine con la Germania, dalla Svizzera al Lussemburgo rimasero in attesa. Tuttavia, nell'aprile del 1940, la Germania adottò una strategia che nessuno aveva previsto: le truppe naziste occuparo Danimarca e Norvegia, per controllare il Mar Baltico e del Mare del Nord e successivamente, a maggio del 1940, occuparono Belgio, Lussemburgo e Olanda, anche loro neutrali. In questo modo, aggirarono la "linea Maginot" e attaccarono la Francia da nord in modo sorprendente.
Le forze anglo-francesi si ritirarono in Inghilterra evacuando dal porto di Dunkerque (dal 24 maggio al 3 giugno 1940), e alla fine del mese di giugno 1940, i tedeschi entrarono a Parigi come vincitori. La superiorità delle forze armate naziste si dimostrò schiacciante.
2.3. La Francia sconfitta e divisa
Mussolini, sperando di poter trarre vantaggio dalla situazione e convinto che la guerra fosse ormai vinta e che la Germania avesse ormai sconfitto tutti, decise di entrare in guerra al fianco di Hitler. Così, il 10 giugno 1940 l'Italia dichiarò guerra alla Gran Bretagna e a una Francia ormai sconfitta. Le prime operazioni militari nelle Alpi risultarono però un fallimento ma, pochi giorni dopo, i Francesi furono costretti ad arrendersi.
Dopo aver preso il controllo diretto del Nord della Francia, i Tedeschi imposero nel Sud un governo "collaborazionista", cioè soggetto alle direttive dei nazisti, con capitale a Vichy, guidato dal maresciallo Philipp Pétain, che firmò l'armistizio e la resa il 22 giugno.
Nel frattempo però, il generale Charles De Gaulle, al comando delle truppe francesi fuggite in Gran Bretagna, lanciava da Londra appelli alla resistenza.
2.4. La battaglia d'Inghilterra
Alla Germania non restava che sconfiggere il Regno Unito. Fra agosto e settembre del 1940 Hitler avviò una massiccia offensiva aerea: con lo scopo di piegare i britannici. Le principali città britanniche furono pesantemente bombardate, ma Winston Churchill dichiarò che la Gran Bretagna non si sarebbe mai arresa. Questo evento è passato alla storia come la "battaglia d'Inghilterra".
Alla fine, la Gran Bretagna riuscì a respingere l'invasione tedesca. Il merito non fu solo degli abili piloti britannici, ma anche del radar, inventato di recente, che permise alla RAF (l'aviazione inglese) di individuare e attaccare i bombardieri nemici.
Nel frattempo, per consolidare la propria posizione Germania e Italia strinsero un'alleanza con il Giappone con il quale nel settembre del 1940 stipularono il patto tripartito.
2.5. La "guerra parallela" dell'Italia
Mussolini cercò di sfruttare la situazione per espandere l'influenza italiana nei Balcani e in Africa. Utilizzando l'Albania come base, già occupata l'anno precedente, le truppe italiane invasero la Grecia nel 1940 ma la Gran Bretagna rispose bombardando Taranto, la principale base navale italiana, e facendo così fallire il tentativo italiano di conquistare la Grecia. Le truppe tedesche furono costrette ad intervenire per sostenere gli italiani, alleandosi con Bulgaria, Romania e Ungheria e occupando la Jugoslavia, stabilendo il controllo sull'intera Penisola balcanica.
La stessa sorte toccò al tentativo di Mussolinì di espandersi in Africa. Nel 1940 gli italiani attaccarono le colonie britanniche in Africa settentrionale (Egitto e Sudan), provocando una controffensiva britannica violenta contro le colonie italiane in Africa (Etiopia, Somalia, Eritrea e Libia). Anche in questo caso fu necessario l'intervento dell'esercito tedesco. Nonostante questo, nel febbraio del 1941, le truppe britanniche riuscirono a conquistare Addis Abeba, ponendo fine alla presenza italiana in Africa orientale.
Con sconfitte su vari fronti, l'Italia dimostrò di essere totalmente dipendente dal suo alleato più potente.
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