1. La Prima Guerra Mondiale
La Prima Guerra Mondiale, svoltasi tra il 1914 e il 1918, fu un conflitto di enormi proporzioni che coinvolse molte nazioni di tutto il mondo. Il suo inizio fu causato dall'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria da parte di un nazionalista serbo a Sarajevo.
1.1. Il contesto storico
La Prima Guerra Mondiale prese le mosse all'inizio del XX secolo in un Europa fortemente segnata dalle tensioni. In particolare:
Come conseguenza di tutto ciò, Francia, Gran Bretagna e Russia formarono un'alleanza nota come Triplice Intesa, che si contrappose alla Triplice Alleanza tra Germania, Austria e Italia.
1.1. L'inizio della guerra
La scintilla che provocò lo scoppio delle ostilità nel 1914 fu l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria da parte di un nazionalista serbo a Sarajevo.
L'Austria lanciò un ultimato alla Serbia, ritenuta responsabile dell'attentato e il 28 luglio del 1914, non soddisfatta dalle risposte ottenute le dichiarò guerra. Per effetto delle alleanze la situazione precipitò velocemente e in pochi giorni entrarono in guerra tutte le grandi potenze europee di quel periodo: la Germania e l'Impero Ottomano a fianco dell'l'Austria-Ungheria; la Francia, il Regno Unito e la Russia a favore della Serbia. L'Italia, in questa prima fase, si tenne fuori dal conflitto.
Nel corso degli anni però l'elenco dei paesi coinvolti si allargò ed entrarono in guerra anche Giappone, Stati Uniti e la stessa Italia, trasformando il conflitto in una guerra totale. Per le dimensioni mondiali della guerra, perché per la prima volta il conflitto coinvolgeva anche Paesi non europei e per il gran numero di morti, questa guerra è passata alla storia anche con il nome di Grande Guerra.
1.2. Le prime fasi della guerra.
Inizialmente i tedesci entrarono in Francia senza forti ostacoli. Tuttavia, tra il 6 e il 12 settembre, l'esercito francese riuscì a bloccare l'avanzata nemica sul fiume Marna. Dopo questa sconfitta, i tedeschi si attestarono sui fiumi Aisne e Somme, dando inizio a una guerra di posizione cioè ad una guerra basata sulle trincee.
Questo tipo di guerra fu però molto sanguinoso perché quando i generali ordinavano un attacco, i soldati uscivano dalle trincee per lanciarsi all'assalto e venivano falciati a migliaia dal fuoco nemico.
1.3. L'Italia divisa tra interventisti e neutrali
Nell'estate del 1914, l'Italia, nonostante facente parte della Triplice Alleanza con Germania e Austria, optò per non entrare in guerra. Il governo italiano, guidato da Antonio Salandra, giustificò questa scelta poiché l'Impero austro-ungarico aveva aggresso la Serbia, ritenendo quindi di non essere obbligato all'intervento. Questa decisione provocò una spaccatura nel Paese, con gli interventisti favorevoli alla guerra per aumentare il prestigio internazionale e lo sviluppo industriale, e i neutralisti contrari, per motivi pacifisti o percepita inadeguatezza militare e industriale dell'Italia.
1.4. L'accordo segreto e l'entrata in guerra
Salandra avviò trattative con Austria e Germania ma allo stesso tempo avviò trattative segrete anche con la Triplice intesa dalla quale sperava di ottenere maggiori vantaggi.
Fu così che, attratta dalle promesse dell'Intesa, l'Italia firmò il patto di Londra il 26 aprile 1915, impegnandosi ad entrare in guerra entro un mese al fianco di Francia e Gran Bretagna. In cambio, al termine del conflitto, avrebbe ottenuto territori come il Trentino, il Tirolo meridionale, Trieste, Gorizia, l'Istria e parte della Dalmazia, oltre a Valona in Albania e il protettorato sul Dodecaneso.
Per ottenere il consenso pubblico, nazionalisti e interventisti organizzarono manifestazioni e influenzarono la stampa, tra cui il "Corriere della Sera". Intellettuali come D'Annunzio e Mussolini condannavano i pacifisti. Il sostegno del re persuase i liberali a concedere al governo pieni poteri, e così il 24 maggio 1915, l'Italia entrò in guerra al fianco dell'Intesa contro l'Austria.
1.6. La guerra sul fronte italo-austriaco
L'esercito italiano, impreparato per una guerra prolungata, affrontò la Prima guerra mondiale con problemi di organizzazione, carenza di munizioni e artiglieria debole. Nel 1915, il generale Luigi Cadorna cercò di sfondare le linee austriache lungo l'Isonzo e sull'altopiano del Carso, ma nonostante 250.000 vittime tra morti e feriti, le battaglie furono inconcludenti. Analogamente ai fronti occidentale e orientale, anche sul fronte italo-austriaco si sviluppò una logorante guerra di posizione nelle trincee, inclusi cunicoli scavati ad alta quota sulle vette delle Alpi orientali, caratterizzata da condizioni estreme come fango e neve.
1.7. Le battaglie del 1915-16
Nella regione della Champagne, sul fronte occidentale, la Francia lanciò un'offensiva durante la primavera e l'autunno del 1915 che si concluse senza risultati decisivi e con notevoli perdite. Nel frattempo, sul fronte orientale, la Russia evidenziava le proprie fragilità, quali la mancanza di organizzazione militare, una rete di trasporti insufficiente e l'incompetenza degli ufficiali.
La prospettiva della guerra si rivelava lunga e impegnativa, dando origine al problema delle risorse industriali e alimentari necessarie per sostenere uno sforzo prolungato.
Nel corso del 1916, gli eserciti si scontrarono in battaglie che non generarono risultati significativi per nessuno dei due schieramenti ma costarono tantissimi morti: durante un'offensiva tedesca a Verdun, oltre 600.000 soldati persero la vita, e lungo il fiume Somme, cadde un milione di uomini.
Sul fronte italo-austriaco, lungo i fronti del Garda e del Brenta, il 15 maggio, gli Austriaci avviarono la cosiddetta "Strafexpedition" (spedizione punitiva) contro gli Italiani, accusati di tradimento. Nell'agosto successivo, il contrattacco italiano portò alla conquista di Gorizia.
1.8. Il profondo malcontento tra i civili
All'inizio del conflitto, la maggior parte della popolazione europea era pronta a sostenere la difesa della patria, convinta che la guerra si sarebbe conclusa rapidamente. Tuttavia, col passare dei mesi, l'iniziale entusiasmo della popolazione europea per la difesa della patria si dissolse a causa degli orrori di guerra e delle difficili condizioni dei soldati.
Le proteste, manifestate sia dalle truppe che dai civili, erano motivate non solo dalla tragedia dei soldati, ma anche dalle sofferenze e privazioni della popolazione in generale. Gli sforzi bellici causarono razionamenti, fame, carestie e aumenti dei prezzi. In alcune città, come Torino, la scarsità di pane scatenò rivolte e repressioni violente da parte dell'esercito.
Nel 1917, anche il papa Benedetto XV si unì alle voci per la pace, invitando i Paesi coinvolti a deporre le armi.
1.9. Il 1917, l'anno decisivo della guerra
1.11. La resa degli imperi centrali
Da marzo a luglio 1918, i Tedeschi, liberi dal fronte orientale dopo la pace con la Russia bolscevica, lanciarono cinque offensive vittoriose sul fronte occidentale, ma si trattò di successi effimeri. Le truppe tedesche erano stanche e di fronte all'avanzata delle truppe americane, fresche e ben equippaggiate ad agosto, dovettero cedere i territori occupati in Francia e Belgio. Il 3 ottobre, il governo tedesco iniziò trattative per l'armistizio. Nel settembre-ottobre, Bulgaria e Impero ottomano si arresero.
Nel frattempo l'Impero austro-ungarico cominciò a disfarsi (dopo aver tenatato inutilmente di trasformarsi in una federazione di stati indipendenti): la Cecoslovacchia e l'Ungheria dichiararono la loro indipendenza, mentre a Zagabria nacque uno stato jugoslavo.
A fine ottobre, l'esercito italiano, guidato da Diaz, lanciò una controffensiva riuscendo a sfondare il fronte austriaco a Vittorio Veneto, arrivando sino a Trento e Trieste.
Il 4 novembre, l'Austria firmò l'armistizio, deponendo l'imperatore e dando origine alla Repubblica austriaca.
In Germania, il 9 novembre fu proclamata la repubblica e l'11 novembre fu firmato l'armistizio.
La guerra aveva lasciato sul campo 9 milioni di morti e 6 milioni di invalidi.
1.12. Conclusione
La Prima Guerra Mondiale si concluse nel 1918 con la firma dell'Armistizio di Compiègne.
La fine del conflittò ridisegnò la carta d'Europa con la scomparsa di alcuni stati e la nascita di nuove nazioni.
Con il successivo Trattato di Versailles, furono imposte condizioni di pace punitive per la Germania; condizioni che contribuirono, almeno in parte, a scatenare la Seconda Guerra Mondiale.
La Prima Guerra Mondiale rimane uno dei conflitti più devastanti della storia umana, con milioni di vittime e cambiamenti profondi nel mondo intero. Il suo impatto si estese oltre la fine dei combattimenti e continuò a influenzare la storia e le politiche mondiali a lungo dopo la sua conclusione.
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