Una nuova ondata rivoluzionaria
Nel 1848, l'Europa è attraversata da una grave crisi agricola ed economica che causò una crisi politica che mise in discussione gli equilibri della Restaurazione. Chi si opponeva ai regimi lo faceva nel nome della libertà e del principio di nazione ma ormai si stavano diffondendo anche idee repubblicane e socialiste.
In Francia, la monarchia creata nel 1830, che all'inizio era stata liberale e progressista, diventò sempre più repressiva fino a bloccare le riforme. Fu così che una rivolta nel febbraio del 1948 portò alla fuga del re e alla nascita della repubblica. Il governo provvisorio nato da questo evento avviò importanti riforme, inclusa l'introduzione del suffragio universale maschile. Tuttavia, successivamente, Luigi Napoleone Bonaparte venne eletto presidente e appoggiò la borghesia e represse le proteste operaie.
in Prussia, si verificano rivolte a marzo, portando a riforme significative, mentre in maggio, rappresentanti degli Stati tedeschi cercano di creare un'unica nazione attraverso l'Assemblea nazionale tedesca. Tuttavia, la richiesta di diventare re della nuova nazione unita viene respinta dal re di Prussia, portando alla chiusura dell'Assemblea. Successivamente, le proteste in Prussia portano alla cancellazione delle riforme.
Anche nell'Impero austriaco, vi furono delle rivolte per ottenere una Costituzione. Inizialmente queste proteste sembrarono avere successo tanto che il potente e conservatore primo ministro Metternich fu allontanato su ordine dell'imperatore. Nel frattempo, nelle province dell'Impero, vi furono anche altre rivolte per l'indipendenza, ma l'imperatore le reprime.
La situazione in Italia
Il Risorgimento e Mazzini
Nel 1848, tra i borghesi italiani si diffuse l'idea di uno Stato italiano unito e libero dall'influenza straniera: prende avvio il movimento noto come "Risorgimento". Questo movimento politico e culturale culminò nell'unità dell'Italia.
Giuseppe Mazzini, sostenitore di una repubblica italiana unita e indipendente, fondò l'associazione Giovine Italia per coinvolgere il popolo nella lotta per l'indipendenza.
Mazzini però non era l'unico ad avere un'idea per l'Italia. Carlo Cattaneo propugnava una repubblica federale, un'unione di Stati autonomi con un governo centrale. Allo stesso tempo, i moderati avevano progetti simili ma con leader differenti: Vincenzo Gioberti sosteneva una confederazione di Stati guidata dal papa, mentre Cesare Balbo proponeva una confederazione di Stati con un re come capo.
I moti del 1948 in Italia
Alla vigilia del 1948 in Italia sembrò che il Papa PIO IX e Carlo Alberto nel Regno Sabaudo avessero avviato politiche più progressiste e liberali.
Nel resto dei regni italiani scoppiarono una serie di rivolte e rivendicazioni.
Nel gennaio 1848, scoppiano rivolte a Palermo, che portarono alla concessione di una Costituzione e la formazione di un Parlamento da parte del re Ferdinando II.
Per fermare le proteste che si stavano diffondendo, il re di Sardegna, Carlo Alberto di Savoia, introdusse lo Statuto albertino, che successivamente diventò la Costituzione del Regno d'Italia.
Nel Ducato di Modena e nel Ducato di Parma e Piacenza invece presero il potere governi liberali.
Nel Regno Lombardo-Veneto, Venezia dichiarò l'indipendenza dall'Austria,
Milano si ribellò contro gli austriaci nelle "Cinque giornate" di Milano. Qui i ribelli si dividevano tra repubblicani e filosabaudi. Quest'ultimiin particolare speravano che Carlo Alberto intervenisse a favore di Milano.
La Prima guerra d'Indipendenza
Il 23 marzo 1848, Carlo Alberto di Savoia, spinto dalla propria opinione pubbica che voleva andare in soccorso di Milano, dichiarò guerra all'Austria, iniziando così la Prima guerra di indipendenza italiana.
Inizialmente Carlo Alberto fu appoggiato ad altri sovrani italiani e del papa (a loro volta spinti a parteciapre alla guerra dall'opinione pubblica). Tuttavia, successivamente, il papa e alcuni sovrani ritirarono il loro supporto.
In seguito a questo nel 1848, scoppiò un'ondata di rivolte popolari a Firenze e Roma, portando alla creazione di governi democratici.
Carlo Alberto però, riamsto solo, perse la guerra.
Pur se la notizia della sconfitta dei Savoia fece scoppiare ulteriori rivolte in Italia fu ripristinato l'ordine: a Roma da Luigi Napoleone, in Sicilia da Ferdinando II, e su Firenze e poi su Venezia dagli Austriaci.
Materiali e risorse varie
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