La fiaba e le funzioni di Propp


1. La fiaba

1.1Caratteristiche e temi

La fiaba è un testo narrativo fantastico ricco di elementi magici meravigliosi. Nonostante sia un racconto di pura invenzione, la fiaba ha un fine educativo e comunica al lettore che nel mondo esistono sempre forze del bene e del male che si affrontano e si scontrano; l'uomo però, se affronta con coraggio le sfide del male, può superare tutti gli ostacoli e risultare alla fine vincitore.

Nella fiaba i personaggi non vengono descritti in modo particolareggiato dal punto di vista psicologico e fisico e sono spesso cavalieri, principesse, folletti, maghi etc. etc...

I protagonisti sono spesso eroi, principesse, streghe, fate o animali parlanti, e affrontano prove e avventure straordinarie.

I luoghi dove si svolgono le azioni sono quasi sempre presentati con poche descrizioni: quelli tipici sono caverne e borghi terrificanti, maestosi castelli, foreste tenebrose, piccoli borghi etc etc.

Il tempo è indefinito. Le forme consuete sono: Nei tempi antichi, tanti anni fa, una volta, e c'era una volta.

In narratore è quasi sempre esterno.

La struttura della fiaba si presenta spesso in questa forma:

  1. situazione iniziale;
  2. rottura dell'equilibrio con una perdita o una mancanza;
  3. svolgimento della storia in cui l'eroe deve superare una o più prove;
  4. conclusione e riscossione del premio.

I temi principali includono la lotta tra bene e male, il superamento delle difficoltà, la crescita personale e il raggiungimento di una ricompensa o di una trasformazione.

1.2  Tecniche narrative, linguaggio e stile

Le fiabe, come già detto, seguono una struttura semplice e ricorrente, con formule introduttive come “C’era una volta” e finali come “E vissero felici e contenti”. La narrazione è lineare e spesso suddivisa in tre prove o tappe. Il linguaggio è accessibile, ricco di ripetizioni, simboli e immagini suggestive. Lo stile è diretto e coinvolgente, con dialoghi e descrizioni essenziali.

In sintesi possiamo dire che il linguaggio è caratterizzato da:

1.3  La storia del genere

Le fiabe hanno origini antichissime e derivano dalla tradizione orale. Sono state raccolte e trascritte in epoca moderna da autori come i Fratelli Grimm, Charles Perrault e Italo Calvino. Se inizialmente erano destinate a un pubblico adulto, con il tempo sono diventate racconti per l’infanzia. Ancora oggi le fiabe influenzano la letteratura, il cinema e l’animazione, mantenendo vivo il loro potere immaginifico e educativo.

 

2. Le funzioni di Propp

Vladimir Propp fu uno studioso che analizzò a fondo la struttura della fiaba. Alla fine delle sue ricerche individuò 31 caratteristiche (azioni, personaggi, etc.), che chiamò funzioni, estremamente comuni a tutte le fiabe. Vediamone alcune:

 

SCRITTO DA NOI >> INVENTIAMO UNA FIABA >> SIR ALARIC E IL DRAGO A SETTE TESTE

C’era una volta, in un regno lontano, avvolto da nebbie perenni e montagne imponenti, un cavaliere di nome Sir Alaric. Era noto in tutto il reame per il suo coraggio e la sua nobiltà d’animo, ma anche per una cicatrice che gli solcava il volto, ricordo di una battaglia contro un temibile lupo mannaro. Il regno, però, era minacciato da una creatura ancor più spaventosa: un drago a sette teste, chiamato Pyrothraxas, che terrorizzava i villaggi con il suo fiato infuocato e la sua sete di distruzione.

Ogni testa di Pyrothraxas aveva un potere diverso: una sputava fuoco, un’altra gelo, una veleno, e così via. Le sette teste erano governate da una mente astuta e malvagia, che rendeva il drago quasi invincibile. Il re aveva promesso la mano di sua figlia, la principessa Elara, e metà del regno a chiunque fosse riuscito a sconfiggere la bestia, ma molti cavalieri avevano fallito, diventando cenere o ghiaccio sotto gli occhi del popolo inerme.

Sir Alaric, mosso non dalla fama o dalla ricchezza, ma dal desiderio di proteggere gli innocenti, decise di affrontare il drago. Prima di partire, si recò da una vecchia strega che viveva ai margini della foresta. La strega, conosciuta come Madre Selva, gli diede una spada forgiata con l’argento delle stelle e un incantesimo di protezione, ma lo avvertì: “Pyrothraxas non può essere sconfitto solo con la forza. Devi usare la tua intelligenza e trovare il punto debole delle sue sette menti.”

Armato della spada e della saggezza della strega, Alaric partì per la montagna del drago. Dopo giorni di viaggio, raggiunse la caverna fumante dove Pyrothraxas dimorava. Appena entrato, le sette teste si sollevarono, gli occhi brillanti di malevolenza. “Un altro cavaliere venuto a morire!” ruggirono all’unisono, ma ogni testa parlava con una voce diversa, creando un coro spaventoso.

Alaric evitò il primo attacco di fuoco, rotolando dietro una roccia. Poi schivò il gelo che trasformò l’aria in cristalli taglienti. Con agilità e astuzia, iniziò a osservare le teste, notando che non agivano sempre in sintonia. A volte litigavano tra loro, distraendosi. Capì allora che il punto debole del drago era la sua stessa discordia.

Con un grido, Alaric attirò l’attenzione delle teste, provocandole. “Siete così potenti, eppure siete schiavi l’una dell’altra! Chi di voi è la vera regina di questa creatura?” Le teste iniziarono a discutere, litigando furiosamente. Nel caos, Alaric si avvicinò al cuore del drago, un punto luminoso tra le sue scaglie. Con un colpo preciso, conficcò la spada d’argento nel cuore di Pyrothraxas.

Le sette teste urlarono in agonia, ma era troppo tardi. Il drago crollò al suolo, le fiamme si estinsero e il gelo si sciolse. Il regno era libero.

Alaric tornò al castello accolto da un tripudio di gioia. Il re, commosso dalla sua impresa, mantenne la promessa: gli offrì la mano della principessa Elara e metà del regno. La giovane principessa, che aveva osservato con ammirazione il coraggio e la saggezza di Alaric, accettò con gioia di diventare sua sposa.

Durante la grande celebrazione, Sir Alaric si alzò per rivolgersi al popolo: "Oggi non celebriamo solo la vittoria su un drago, ma la vittoria della mente sulla forza bruta. Il coraggio da solo non basta, né la forza è sempre la risposta. È l’astuzia, la conoscenza e l’unione che rendono un regno prospero. Che questa storia ci insegni a non temere le sfide, ma a cercare in esse la via della saggezza."

Il popolo acclamò le sue parole, e da quel giorno, sotto il regno di Re Alaric ed Elara, il regno fiorì in pace e prosperità. Così, il cavaliere divenne re, non solo per la sua forza, ma per la sua intelligenza e il suo cuore nobile.

E vissero per sempre felici e contenti! Pardon: felici, contenti e saggi.


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