Introduzione
All'inizio del VII secolo, nella penisola araba, nacque l'Islam, una nuova religione monoteista diffusa da Maometto. Questo evento fu particolarmente importante perché trasformò un insieme di tribù in una potente forza che condizionerà per sempre le sorti dell'Europa.
Il contesto. La penisola araba
Fino alla fine del VI secolo la penisola araba era abitata in prevalenza da beduini, pastori nomadi che vivevano in tribù spesso in lotta tra loro, accomunate solo dalla lingua e dalla condivisione di un unico centro religioso, la Mecca. Gli arabi di questo periodo erano politeisti e animisti: pensavano cioè che in luoghi, animali e soprattutto pietre si trovasse la divinità.
Nel 570 nacque a La Mecca Maometto. Rimasto presto orfano, fu adottato da uno zio che lo fece diventare allevatore e mercante. La svolta nella vita di Maometto si ebbe quando conobbe una ricca vedova, Khadigia, che si innamorò e lo sposò. Maometto diventò quindi un uomo ricco e potè viaggiare e dedicarsi alla meditazione. Durante un periodo di ritiro su un monte disse che gli era apparso l'arcangelo Gabriele che gli aveva rivelato il nuovo credo. Fu così che Maometto cominciò a parlare pubblicamente delle sue visioni.
La nuova religione si basava su 5 semplici principi chiamati i pilastri dell'Islam:
L'insieme degli insegnamenti di Maometto fu inserito in un libro chiamato Corano che da allora è il libro sacro dell'Islam. In questo libro oltre a concetti spirituali sono presenti anche regole di vita civile e di igiene ed è per questo che ancor oggi, per molti Paesi musulmani è difficile dividere nettamente le leggi dello stato dalle leggi della religione.
Per i musulmani l'inizio della nuova religione coincide con il 622, anno della fuga di Maometto dalla Mecca (egira). Maometto si rifugiò per un periodo a Medina e ritornò poi alla Mecca nel 630. Nel 632, alla morte di Maometto, la religione musulmana era già diventata la religione più diffusa in Arabia.
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