III media - Il regime fascista in Italia


1.  Introduzione

Come già detto, il Fascismo è stato un movimento politico e ideologico che ha avuto origine in Italia durante il periodo tra le due guerre mondiali, e che ha avuto un impatto significativo sulla storia del Paese. L’ascesa del Fascismo in Italia è stata guidata da Benito Mussolini, un carismatico leader che ha saputo sfruttare il malcontento popolare e promuovere un programma basato sull’autoritarismo, il nazionalismo e il militarismo.

L’affermazione del fascismo in Italia è stato un processo complesso, che ha visto l’adesione di diverse fasce della società italiana. Dopo la prima guerra mondiale, il Paese era in una situazione di crisi economica e politica che si può riassumere come segue:

Il Partito Fascista sfruttò abilmente queste situazioni presentandosi come la soluzione a questi problemi, promettendo stabilità, ordine e prosperità.

 

2.  Mussolini, la nascita del Fascismo e la presa del potere

2.1. Mussolini e la nascita del movimento fascista

La nascita del Fascismo si deve a Benito Mussolini, un giornalista che cominciò la sua attività politica nel movimento socialista ma che tuttavia, durante la Prima Guerra Mondiale, cambiò le sue posizioni politiche, abbandonò il socialismo e aderì alle idee nazionaliste. Mussolini fondò nel 1919, i "Fasci italiani di combattimento" e con questi diede inizio al movimento fascista.

I Fasci italiani di combattimento furono lo strumento, violento, con cui Mussolini prese il potere.  Infatti I fasci utilizzavano la violenza contro gli operai e i contadini che partecipavano alle proteste. Poiché la borghesia e gli imprenditori erano spaventati dalle proteste dei contadini e degli operai che protestavano (perché temevano che avrebbero potuto portare ad uno stato socialista come quello nato in Russia nel 1917), l'intervento dei Fasci, pur violento, non fu condannato dall'opinione pubblica. In questo modo quindi, Mussolini, sfruttando la paura della gente e della borghesia, riuscì a farsi passare come colui che avrebbe riportato l'ordine nel Paese ed ad acquisire sempre più consensi.

I Fasci non godevano solo dell'appoggio della borghesia e degli imprenditori ma potevano contare anche sul sostegno di reduci di guerra ed esercito (anche loro scontenti) che in Mussolini vedevano la soluzione della crisi italiana.

Fu così che alle elezioni del 1921, i Fasci entrano a far parte del Parlamento, dando origine al Partito Nazionale Fascista.

2.2.La marcia su Roma

Il 28 ottobre 1922, i fascisti compirono un'impresa sensazionale: marciarono su Roma inducendo re Vittorio Emanuele III ad affidare il governo a Mussolini.

Con la Marcia su Roma del 1922, Mussolini riuscì ad ottenere il potere e a stabilire un regime totalitario, che si caratterizzò per la repressione delle opposizioni politiche, la censura e il controllo dei mezzi di comunicazione, e la promozione di una cultura del culto della personalità e della superiorità della nazione italiana.

2.3.Il delitto Matteotti

Attraverso atti di violenza e manipolazioni, i fascisti trionfarono nelle elezioni del 1924. Il socialista Matteotti, denunciando le frodi, venne assassinato su ordine di Mussolini. In un celebre discorso in parlamento Mussolini si assunse la responsabilità morale e politica del delitto: il Fascismo divenne a tutti gli effetti una dittatura.

2.4.Le leggi fascistissime

Il delitto Matteotti e gli evidenti brogli avrebbero potuto spingere il re ad intervenire ma ancora una volta questo non avvenne. Mussolini potè così consolidare il suo potere.

Tra il 1925 e il 1926 Mussolini impose le "leggi fascistissime," che consolidando ulteriormente il suo controllo autoritario. Tra le misure più famigerate ci furono le seguenti:

 

3. Lo Stato fascista

3.1. L'organizzazione dello stato fascista

Il regime fascista organizzò e controllò ogni aspetto della vita dei cittadini italiani come nessuno aveva fatto prima. Lo stato fascista entrò in ogni aspetto pubblico e privato della vita e tutto doveva essere "fascistizzato".

La stampa, la radio e il cinema furono obbligati a presentare un'immagine estremamente positiva di Mussolini e del Fascismo. Al fine di consolidare la sua immagine, Mussolini utilizzò il parallelo tra lo Stato fascista e l'antico Impero Romano.

 

4. La politica dello stato fascista

4.1. I Patti lateranensi

Nel 1929, Mussolini siglò i Patti Lateranensi con la Chiesa: il papa rinunciò allo Stato della Chiesa, ma ottenne la Città del Vaticano, costituendo così un piccolo Stato indipendente.

4.2. Le corporazioni

Mussolini istituì le corporazioni, organizzazioni che riunirono imprenditori e lavoratori. Tuttavia, il potere era sbilanciato a favore degli imprenditori, con conseguenti peggioramenti delle condizioni dei lavoratori. Pur cercando di implementare riforme per potenziare l'agricoltura e stabilizzare la moneta, queste misure comportarono una diminuzione delle vendite dei prodotti italiani all'estero.

4.3. La fine del liberismo

Dopo la crisi del 1929, Mussolini intraprese una massiccia costruzione di opere pubbliche per stimolare l'economia.

4.4. La politica estera di Mussolini

Ignorando le regole internazionali, Mussolini invase l'Etiopia nel tentativo di ottenere un impero coloniale. La Società delle Nazioni condannò l'Italia e impose blocchi commerciali con gli Stati membri.

Nel perseguire l'autarchia (indirizzo di politica economica che, sfruttando le risorse proprie di uno stato, tende a renderlo autosufficiente e quindi economicamente indipendente dai paesi esteri), Mussolini non raggiunse i suoi obiettivi e si avvicinò sempre di più alla Germania di Hitler. Nel 1936, nascque l'Asse Roma-Berlino, un'alleanza tra Italia e Germania.

4.5. Le leggi razziali

Mussolini adottò i programmi di Hitler e nel 1938 promulgò le leggi razziali, mirate contro la comunità ebraica.

Con queste leggi si decise che sarebbero stati vietati i matrimoni misti, tra soggetti appartenenti a razze diverse. Inoltre fu stabilito che i cittadini di razza ebraica non avrebbero più potuto


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