Errori di grammatica, punteggiatura sbagliata, povertà di lessico e poche letture: “Così chat e social rovinano la lingua dei nostri ragazzi”. Lo studio guidato dal linguista Nicola Grandi in 45 atenei
Scrivono, costantemente. Messaggi brevi, spezzettati, arricchiti di emoticon. Frasi non per forza stringate ma immediate, ispirate dal momento, sollecitate dall’interlocutore. Con il risultato che nessuna generazione ha mai scritto tanto quanto i ventenni di oggi. Tra chat e social è un profluvio di parole quotidiane. Quando però devono dare forma a un testo complesso, si arenano. Anche gli studenti universitari.
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