Luigi XVI convoca gli Stati generali per far fronte alla crisi economica
Quando, nel 1774, Luigi XVI salì al trono di Francia la sitiazione era difficilissima. La Francia infatti, pur vincitrice sull'Inghilterra durante la lotta per l'indipendenza americana, non aveva tratto nessun beneficio economico e presentava una situazione finanziaria disastrosa. Ogni tentativo di uscire da questa situazione abbattendo i privilegi del clero e della nobilta fallì.
Il re fu perciò costretto a convocare gli Stati generali. Questo creò grande aspettative nel paese che visse un periodo di grande fermento in cui ci fu la nascita di nuovi giornali e club, fra cui il noto club dei Giacobini di Robespierre. La corte inoltre fu inondata di suppliche (cahiers de doleances).
Il Terzo stato si proclama "Assemblea nazionale costituente"
Gli Stati generali si riunirono a Varsailles il 5 maggio 1789 e subiti si presentò il problema del voto. Tradizionalmente infatti a ogni stato corrispondeva un voto e poiché nobiltà e clero erano sempre concordi nel bloccare i tentativi di tassazioni sui primi due ordini, il Terzo stato non riusciva a far passare nessuna delle sue proposte. Il Terzo stato voleva il voto pro capite (uno a testa) che gli avrebbe consentito di vincere l'alleanza tra clero e nobiltà. Non ricevendo alcuna risposta dal re, si impegnò con il Giuramento della Pallacorda a dare alla Francia una nuova Costituzione parlamentare. Dichiarò decaduti gli Stati generali e si proclamò "Assemblea nazionale costituente". Con questo atto ebbe inizio la Rivoluzione francese.
L’Assemblea costituente proclama la fine del sistema feudale e approva la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino
Il gesto rivoluzionario del Terzo stato spaventò il re che adottò due provvedimenti contrastanti: da una parte ordinò al clero e alla nobiltà di riconoscere l'Assemblea costituente, dall'altra richiamò a Versailes 2000 soldati. Ciò fece esplodere la protesta del popolo che capì che era necessario armarsi. Fu così che il 14 luglio 1789 assaltò la Bastiglia sterminandone la guarnigione. Impressionati, i deputati della costituente istituirono la Guardia nazionale comandata dal marchese La Fayette con il doppio scopo di difendere l'Assemblea dai soldati del re, ma anche di tenere a bada i popolani più radicali.
Nel frattempo nelle campagne si diffondevano false voci su eserciti invasori e briganti (un fenomeno chiamato dagli storici “Grande paura” ); si diffuse la rabbia e il panico che spinse i contadini ad assaltare monasteri e castelli e a bruciare i documenti di proprietà che permettevano ai signori di esigere diritti e corvees. Per fermare la rivolta l’Assemblea firmò la legge che proclamava la fine del sistema feudale e dell’Ancien Régime. Subito dopo i deputati stesero la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino che si apriva con queste parole: "Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti".
Poiché il re si rifiutò di approvare sia la legge, sia la Dichiarazione, un corteo di popolane parigine, esasperato anche a causa dell'aumento del prezzo del pane cresciuto a dismisura, marciò fino a Versailles e impose alla famiglia reale di trasferirsi a Parigi, dove avrebbe potuto essere controllata da vicino. La leggenda vuole che, apprendendo la notizia della folla affamata in marcia verso Versailles, la regina abbia pronunciato la famosa frase: “Se non hanno più pane, che mangino brioches!”
La Costituzione civile del clero sconvolge la Francia cattolica
Intanto la situazione economica restava gravissima. Per far fronte ai problemi finanziari nello stesso anno, 1789, si decise di confiscare i beni ecclesiastici e di trasformare il clero in una categoria di stipendiati dello Stato. Fu pertanto varata la Costituzione civile del clero e questo fu obbligato a prestare un giuramento di fedeltà nei confronti dello Stato. Il papa condannò questo atto e la maggioranza del clero non giurò e si schierò contro la Rivoluzione.
La fuga del re spacca in due le forze rivoluzionarie
Spaventato dal ruolo sempre più importante dei sanculotti, e deciso a non accettare la costituzione che di lì a pochi mesi avrebbe cambiato per sempre la Francia, il 21 giugno 1791 Luigi XVI tentò di fuggire con la famiglia reale. Poco prima di varcare il confinbe, a Varennes, fu però riconosciuto, arrestato e costretto a tornare a Parigi. Il gravissimo episodio spaccò le forze rivoluzionarie: i sanculotti, guidati dai Cordiglieri, chiesero allora per la prima volta la repubblica; i moderati, guidati dal neonato club dei Foglianti, giustificarono il sovrano.
Di fronte alla collera crescente del popolo i Foglianti proclamarono la legge marziale e il 17 lugio La Fayette ordinò alla guardia nazionale di sparare sui sanculotti riuniti nel Campo di Marte uccidendo 50 persone.
La costituzione del ’91 trasforma la monarchia assoluta in monarchia costituzionale
Nonostante tutti questi problemi, nel settembre del 1991 la Costituente varò la Costituzione (passata alla storia come Costituzione del '91) che segnò il passaggio dalla monarchia assoluta alla monarchia costituzionale. I suoi punti salienti erano la separazione dei poteri, il riconoscimento dei diritti dei cittadini, ma anche ampie garanzie alla monarchia e una legge elettorale basata sul censo. Contro questo aspetto che favoriva la borghesia, si espresse l’ala popolare dell’assemblea, capeggiata da Jean Paul Marat e George Danton, fondatori del club dei Cordiglieri, che sosteneva i sanculotti.
Intanto la Costituente si era sciolta ed era stata eletta l’Assemblea nazionale legislativa. Essa era costituita da:
La Francia dichiara guerra all’Austria e condanna a morte il re
Nel 1792 il re convinse l’Assemblea a dichiarare guerra all’Austria; apparentemente sembrava aver abbracciato la causa della Rivoluzione, ma in verità sperava nella sconfitta del suo popolo e nell'occupazione della Francia con cui si sarebbe potuta restaurare la monarchia assoluta. L’Assemblea proclamò la “Patria in pericolo” e da tutto il paese affluirono a Parigi schiere di volontari, ma le armate austriache e dei loro alleati prussiani riuscirono a penetrare in territorio francese minacciando un massacro se fosse stato fatto del male al re e alla regina. Inferociti, i sanculotti arrestarono la famiglia reale, sciolsero l’Assemblea legislativa e imposero nuove elezioni a suffragio universale maschile, che elessero una nuova Assemblea chiamata Convenzione nazionale. Il 21 settembre 1792 fu proclamata la Repubblica e il re, processato per altro tradimento, fu ghigliottinato il 21 gennaio 1793.
Per salvare il Paese dalla catastrofe, Robespierre instaura il Terrore
La decapitazione di Luigi XVI scosse i sovrani dell'intera Europa che si unirono in funzione antifrancese dando vita alla Prima coalizione. Di fronte a questo pericolo mortale e in presenza di una crisi economica spaventosa, la Convezione indisse una leva obbligatoria di 300.000 uomini, fra cui anche i contadini. Il provvedimento suscitò la rivolta della Vandea, una regione profondamente cattolica che non aveva mai accettato la Costituzione civile del clero. Ben presto la rivolta si trasformò in guerra civile.
Occorrevano misure d’emergenza e Robespierre prese in mano la situazione: sciolse la Convenzione, formò un Comitato di salute pubblica e istitui tribunali speciali, quindi indisse una leva di massa e successivamente instaurò una dittatura che chiamò “Terrore”. Durante questo periodo fece decapitare migliaia di “nemici della Rivoluzione”, assunse il controllo di tutta la vita economica della nazione e infine autorizzò la repressione della Vandea.
Il colpo di stato di Napoleone Bonaparte pone fine alla Rivoluzione
Il Terrore salvò la Francia, ma Robespierre continuò sulla strada delle esecuzioni. Così, quando cominciò a condannare a morte gli stessi rivoluzionari, fu tradito, arrestato e condannato a morte (27 luglio 1794). Gli autori della congiura contro il dittatore emanarono la Costituzione del 1795 con cui riaffermarono la repubblica, ma riproposero il voto su base censitaria. Affidarono il potere a un Direttorio che governò fino al 1799 anno in cui Napoleone, con un colpo di Stato, si impossessò del potere. La Rivoluzione francese era finita.
LA RIVOLUZIONE FRANCESE | CRONOLOGIA ESSENZIALE |
1789 (5 maggio) | si riuniscono gli Stati generali |
1789 (17 giugno - 20 giugno - 9 luglio) | Assemblea nazionale - giuramento della Pallacorda - Assemblea nazionale costituente |
1789 (14 luglio) | presa della Bastiglia |
1789 (20 luglio - 6 agosto) | Grande paura |
1789 (4 agosto) | legge che sancisce fine del regime feudale |
1789 (26 agosto) | Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino |
1791 (giugno) | tentativo di fuga del re |
1791 (settembre) | approvazione della costituzione (voto basato sul censo). La Francia diventa una monarchia costituzionale |
1792 (20 aprile) | la Francia dichiara guerra ad Austria e Prussia |
1792 (10 agosto) | il popolo arresta il re, e obbliga l'Assemblea legislativa a indire nuove elezioni a suffragio universale |
1792 (21 settembre) | proclamazione della repubblica |
1793 (21 gennaio) | Luigi XVI viene ghigliottinato |
1793 | guerra civile in Vandea, Robespierre scioglie la Convenzione e forma il Comitato di salute pubblica |
1793-1794 | periodo del Terrore |
1794 (27 luglio) | Roberspierre viene ghigliottinato - ha termine il Terrore |
1795-1799 | Direttorio |
1795 | il Direttorio emana una nuova costituzione (repubblica con sistema elettorale censitario) |
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