Tanto gentile è tanto onesta pare- Dante Alighieri- Commento e parafrasi


Commento

Contesto, argomento, messaggio

Tanto gentile è tanto onesta pare è un sonetto composto da Dante intorno al 1290 e inserito successivamente nella Vita nova, tra il 1292 e il 1294. In una atmosfera estatica, Dante celebra Beatrice (Bice di Folco Portinari) descritta, coerentemente con i dettami del Dolce Stil Novo, come donna-angelo, una creatura "venuta dal cielo"  le cui virtù miracolose possono essere comprese solo da chi la vede..

Nella prima strofa Dante ci presenta il saluto della donna e gli effetti che questa provoca sugli astanti: incapacità di guardarla e di parlare. Nella seconda strofa Bratrice viene descritta come una creatura miracolosa venuta dal cielo. Nella terza strofa viene esaltata la bellezza della donna e viene ribadito che solo chi la ammira direttamente può capire che cosa si prova. L'ultima strofa è incentrata sul sospiro: sembra che dal volto della donna uno spirito dolce e pieno d’amore suggerisca all’anima di sospirare

 

Lingua, stile e forma metrica

Sonetto composto da due quartine e due terzine di endecasillabi (ABBA ABBA CDE EDC): le due quartine sono a rime incrociate (ABBA ABBA) e le due terzine a rime invertitee (CDE EDC)
In questo sonetto è evidente l’uso di un linguaggio dolce e raffinato di tipo stilnovista. Sono presenti molti verbi che denotano staticità (pare, saluta, laudare, mostrasi) che contribuiscono a conferire un ritmo lento ed estatico e compaiono molti termini arcaici (ogne, deven, lauda, vestuta, spirto).

Da notare anche le parole gentile e onesta nel primo verso: si tratta di due aggettivi che in questo contesto hanno un significato diverso da quello odierno:

Come già detto quindi Dante mira a descrivere non tanto la bellezza fisica di Beatrice quanto la bellezza della sua anima perché Beatrice non è una semplice donna ma una creatura che avvicina l’uomo a Dio.

Per quanto riguarda le figure retoriche vanno segnalate le seguenti:

  1. allitterazione, quasi con funzione mnemonica, con la quale Dante pone l'accento su certi versi : “Tanto gentile e tanto onesta pare/la donna mia quand’ella altrui saluta“;
  2. similitudine: vv .7-8: “e par che sia una cosa venuta/da cielo in terra a miracol mostrare”

Parafrasi e note utili per il commento

TESTO PARAFRASI
  1. Tanto gentile e tanto onesta pare
  2. la donna mia quand’ella altrui saluta,
  3. ch’ogne lingua deven tremando muta,
  4. e li occhi no l’ardiscon di guardare.

  5. Ella si va, sentendosi laudare,
  6. benignamente d’umiltà vestuta;
  7. e par che sia una cosa venuta
  8. da cielo in terra a miracol mostrare.

  9. Mostrasi sì piacente a chi la mira,
  10. che dà per li occhi una dolcezza al core,
  11. che ‘ntender non la può chi no la prova;

  12. e par che de la sua labbia si mova
  13. uno spirito soave pien d’amore,
  14. che va dicendo a l’anima: Sospira.

La mia donna si mostra  tanto  nobile e onesta, quando saluta la gente (allitterazione), che tutti  fanno silenzio e gli occhi non osano  guardarla.


Ella procede, sentendosi lodare,rivestita di amabilità, e pare sia una creatura  scesa dal cielo sulla terra per mostrare la potenza divina (similitudine).


Si mostra talmente bella a chi la guarda, che infonde tramite gli occhi una dolcezza al cuore che può capire solo chi la sperimenta direttamente 

e sembra che dal suo volto  emani  un soave sentimento  che dice  all’anima: sospira.


Copyright 2022 www.123scuola.com | Pagine visitate: 659956[29472]

www.123scuola.com