III media - Unità 4 - L‘ economia e la globalizzazione


L'economia

L'economia può essere suddivisa in tre settori: primario, secondario e terziario.

1. Il settore primario

Il primario comprende l'agricoltura, l'allevamento, la silvicoltura (lo sfruttamento delle foreste) e l'estrazione di materie prime.

1.1.L'agricoltura

La base dell'economia però può essere considerata l'agricoltura. Infatti fu proprio la sua invenzione (circa 10000 a.c.) che rese stanziali i gruppi umani e diede vita alle città e alla civiltà come siamo abituati a pensarla.

Inizialmente l'agricoltura aveva il solo scopo di garantire la sopravvivenza degli esseri umani ma oggi l'agricoltura serve anche per realizzare profitti. C'è però da dire che in molte parti della Terra, l'agricoltura è ancora un'attività legata prevalentemente alla sopravvivenza. Parliamo in questo caso di agricoltura di sussistenza, cioè di un'agricoltura povera, destinata solo alla sopravvivenza di chi la pratica che non fa ricorso nè a tecniche nè a macchine speciali. Come è facile immaginare si tratta di un'agricoltura diffusa soprattutto nei Paesi poveri di Asia e Africa.

L'agricoltura inoltre può essere:

Un tipo particolare di agricoltura è la monocultura ossia la coltivazione di un solo prodotto agricolo su vastissime estensioni di terra.

1.2.L'estrazione delle risorse

Se l'agricoltura soddisfa la necessita di sopravvivenza dell'essere umano, l'estrazione di risorse dal sottosuolo fornisce all'umanità l'energia necessaria a costruire oggetti e strumenti.

L'uomo estrae pietre, minerali e idrocarburi. Alcuni di queste risorse sono molto diffuse nel mondo; altre invece sono molto più rare e sono state spesso la causa di devastanti conflitti. In particolare, negli ultimi 200 anni, gli esseri umani si contendono soprattutto gli idrocarburi perché questi sono quasi insostituibii per alimentare le macchine e per realizzare prodotti  fondamentali come la plastica.

 

2. Il secondario, il settore industriale e la delocalizzazione

Il secondario è quel settore dell'economia che trasforma le materie prime in oggetti. anno parte del secondario l'artigianato e l'industria anche se quest'ultima è la voce principale.

2.1. L'industria

Nessun Paese primeggia in tutti i settori industriali, cioè sa fare tutto e tutto al meglio, ma alcuni Paesi sono molto famosi perché primeggiano in un settore: per esempio la Germania e il Giappone sono famosi per le automobili, l'Italia e la Francia per il settore alimentare e quello dei prodotti di lusso, etc.

Il settore industriale è molto cambiato negli ultimi anni. Paesi che detenevano un primato in un particolare settore industriale si sono visti scavalcati e superati da alcuni Paesi dell'Asia. Questo è accaduto a causa della delocalizzazione.

La delocalizzazione è lo spostamento produttivo delle industrie da una parte all'altra del mondo. In pratica le multinazionali hanno chiuso gli stabilimenti nei Paesi d'origine e li hanno aperti in Paesi come la Cina e l'India dove la manodopera costava di meno. In questi anni molte aziende hanno delovalizzato. Questo ha permesso alle multinazionali di generare enormi profitti (perché pagavano meno gli operai). Ma lo spostamento delle fabbriche in altri Paesi come la Cina e l'India ha fatto sì che questi Paesi, con il tempo, imparassero anche i processi produttivi e quindi pian piano hanno cominciato a produrre autonomamente e a fare concorrenza a quei Paesi e a quelle aziende di Europa e Nord America che in precedenza avevano il predominio su tutti i settori industriali.

Ancora più recente è il fenomeno dell'uso massiccio di robot e intelligenze artificiali. Questo ha migliorato i processi produttivi (portando ancora una volta maggiori guadagni alle multinazionali) ma sta minacciando molti posti di lavoro.

IN SINTESI>> Il settore secondario, che comprende l'industria, trasforma le materie prime in prodotti finiti. Alcuni Paesi eccellono in specifici settori industriali: Germania e Giappone sono noti per le automobili, mentre Italia e Francia per l'alimentare e i prodotti di lusso. Negli ultimi anni, a causa della delocalizzazione, molte aziende hanno trasferito la produzione in Paesi come Cina e India, cercando manodopera più economica. Un fenomeno più recente è l'uso diffuso di robot e intelligenza artificiale, che, pur ottimizzando la produzione, minaccia posti di lavoro.

 

3. Il terziario

Il terziario è quel settore dell'economia che comprende tutte le attività che erogano un servizio. Rientrano nel terziario le attività che fanno comunicare le persone, e quelle che servono la collettività. Appartengono al terziario quindi il commercio, il turismo, la finaza, la scuola, la sanità etc. Il terziario quindi non produce nessun oggetto tangibile come il cibo o un'auto.

Il terziario riveste un ruolo centrale nei Paesi avanzati: produce la maggior pare della ricchezza e assorbe la maggior parte dei lavoratori.

APPROFONDIMENTO>> La diffusione di Internet ha portato una rivoluzione nel mondo dei servizi. Si calcola che oggi nelle economie avanzate il 70-80% dei posti di lavoro sia nel settore dei servizi. Purtroppo però quasi la metà dei posti di lavoro sparirà a causa dell'avanzare dei servizi online: bancari, postini, segretari, etc.

 

Che cos'è la globalizzazione

La globalizzazione è quello scambio planetario di beni e servizi che supera ogni confine tra Paesi sia di tipo storico-culturale che fisico. Quello che differenzia la globalizzazione dagli scambi commerciali che anche in passato avvenivano tra popoli lontanti (si pensi ai Romani, i Greci e i Fenici che commerciavano in tutto il mediterraneo) è la dimensione del fenomeno che non riguarda più solo pochi mercanti e alcune merci ma riguarda praticamente tutti i Paesi ed ogni tipo di merce.

I soggetti più importanti in questo mercato globalizzato sono le multinazionali che grazie alle loro enormi capacità e alle loro ramificazioni (sono presenti in più continenti) riescono a spostare facilmente una merce da un Paese all'altro.

Ma perché il mondo è ormai così globalizzato? La ragione è semplice: da un lato, con l'aumentare della popolazione c'è sempre più necessità di cibo che quindi viene comprato anche da Paesi lontani dall'altro ci sono Paesi che producono "beni alla moda" che tutti vogliono e che quindi vengono comprati da tutti e arrivano in ogni angolo del globo. la globalizzazione quindi soddisfa le necessità e i desideri della gente.

C'è da dire però che la globalizzazione non ha solo ricadute positive sugli uomini. Infatti, per esempio, per produrre cibo da esportare, alcuni Paesi coltivano pochissimi prodotti agricoli in modo da creare enormi produzioni esportabili. Questo però non solo diminuisce la biodiversità, ma espone il Paese produttore a numerosi pericoli come l'oscillazione eccessiva dei prezzi e la vulnerabilità tipica dell'economia agricola basata sulle monocolture.

IN SINTESI>> La globalizzazione è un fenomeno di scambio planetario di beni e servizi, coinvolgendo praticamente tutti i Paesi e ogni tipo di merce. Le multinazionali, con la loro presenza su più continenti, sono attori chiave in questo contesto. La globalizzazione è alimentata dalla crescente popolazione, che genera una domanda sempre maggiore di cibo proveniente da Paesi distanti, e dalla produzione di beni popolari che sono richiestissimi. Tuttavia, la globalizzazione presenta anche svantaggi. Ad esempio, alcuni Paesi focalizzano la produzione agricola su pochi prodotti esportabili, riducendo la biodiversità e esponendosi a rischi come l'oscillazione dei prezzi e la vulnerabilità economica basata su monocolture.

 

Valutare il benessere Il Prodotto Interno Lordo (PIL) e l'Indice di Sviluppo Umano

Il Prodotto Interno Lordo (PIL) di una nazione rappresenta la somma dei valori di tutti i beni e servizi prodotti al suo interno. Esso è espressamente calcolato nella valuta corrente del Paese di riferimento, ma per consentirne il confronto con il PIL di altre nazioni, viene convertito in dollari americani. Il PIL pro capite, invece, rappresenta la ricchezza media disponibile per ciascun abitante di un determinato Paese.

Il benessere delle popolazioni è valutato mediante l'utilizzo dell'Indice di Sviluppo Umano (ISU).

 

La distribuzione della ricchezza

La disparità nella distribuzione della ricchezza tra i vari Paesi del mondo è evidente. Possiamo distinguere tra i seguenti gruppi:

Paesi Sviluppati: Questi Paesi si contraddistinguono per uno sviluppo economico medio-alto e un benessere diffuso. Tra di essi rientrano l'Unione Europea, gli Stati Uniti, il Giappone, il Canada e l'Australia. Presentano abbondanza e accessibilità generalizzata alle risorse alimentari, un ampio assortimento di beni secondari e servizi sanitari e pubblici avanzati. L'aspettativa di vita e l'istruzione media sono elevate, e il sistema di governo è democratico, con un basso livello di corruzione e un sistema giudiziario indipendente dalla politica.

Paesi Emergenti: In questi Paesi, la maggior parte della popolazione ha accesso alle risorse di base, ma solo una piccola parte può permettersi beni secondari e di lusso. La speranza di vita è inferiore rispetto ai Paesi sviluppati, e prevalgono governi spesso instabili, caratterizzati da corruzione diffusa.

Paesi in Via di Sviluppo: Qui, il divario nell'accesso alle risorse alimentari è più marcato, evidenziando una netta separazione tra Paesi ricchi e poveri. Nei Paesi in via di sviluppo, la povertà economica si riflette in caratteristiche demografiche come un'età media inferiore a 30 anni, bassa alfabetizzazione femminile, elevata mortalità infantile e una speranza di vita inferiore ai 60 anni. Molti di questi Paesi hanno governi dittatoriali soggetti a frequenti colpi di Stato, e subiscono l'attività di imprese private straniere, interessate a sfruttare le risorse naturali del territorio.

IN SINTESI>> Nel mondo esiste disparità nella distribuzione dela ricchezza. Possiamo suddividere tutti i Paesi in 3 gruppi: Paesi Sviluppati, con alto benessere e istituzioni solide; Paesi Emergenti, con accesso differenziato alle risorse e governi instabili; Paesi in Via di Sviluppo, con marcato divario nella distribuzione delle risorse, sfavorevoli indicatori demografici, e spesso governi instabili soggetti a influenze straniere per lo sfruttamento delle risorse naturali.

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