Quando si sente parlare di povertà, si pensa subito ai Paesi in via di sviluppo. Ma la povertà si manifesta in tanti aspetti e colpisce indipendentemente dal benessere di una nazione. Uno degli aspetti della povertà (il più noto e il più terribile) è la mancanza di beni di prima necessità, come cibo e acqua; un altro è la mancanza di opportunità, per esempio di finire gli studi, di scegliere il lavoro che si desidera: di vivere insomma, come tutti gli altri. C'è un altro aspetto di cui bisogna sempre tener conto: chi è povero non riesce a dare ai propri figli molte possibilità, e così la povertà si trasmette di generazione in generazione.
Possiamo suddividere la povertà in due tipi: povertà estrema e povertà relativa.
Quando una persona vive con meno di 1,9 $ al giorno viene considerata in povertà estrema: chi si trova in questa terribile condizione vive con meno del minimo di quello di cui avrebbe bisogno per sopravvivere. Chi versa in condizioni di povertà estrema manca di tutto o quasi: cibo. acqua, abiti e farmaci. Si calcola che quasi la metà della popolazione dei Paesi in via di sviluppo soffre di povertà estrema.
Quando una persona si trova gravemente al di sotto del tenore di vita medio della propria comunità, vive una condizione di povertà relativa. Si tratta quindi di persone, famiglie o gruppi che pur riuscendo in qualche modo a far fronte a bisogni essenziali come cibo, acqua, abitazione e cure mediche, non possono permettersi uno stile di vita adeguato alla società in cui vivono.
Sai quanti italiani vivono una condizione di povertà relativa? Il 14% ... [fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.itl]
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